Oltre 300 imprese associate a Confagricoltura Toscana, e molte altre nella regione, attendono ancora gli aiuti per i danni subiti. Il direttore Cavicchioli: “Serve vicinanza concreta, non solo burocrazia digitale”
Un’ombra preoccupante si allunga sull’agricoltura toscana: a quasi due anni dall’emergenza peronospora del 2023, molte aziende agricole sono ancora in attesa dei rimborsi promessi per i gravi danni subiti alle coltivazioni. La situazione è stata denunciata con forza da Gianluca Cavicchioli, direttore di Confagricoltura Toscana, che con una provocazione ha acceso i riflettori su un “silenzio che grida ascolto”.
“Emergenza peronospora 2023, chi era costei? Scomparsa dai radar. Evaporata nel sistema informatico. Un’altra tegola, un nuovo interrogativo per tante imprese che non hanno ricevuto alcuna notizia,” ha dichiarato Cavicchioli, esprimendo la frustrazione di centinaia di agricoltori.
Un segnale di scarsa attenzione: oltre 300 aziende nel dimenticatoio
La questione riguarda direttamente oltre 300 aziende agricole associate a Confagricoltura Toscana, ma la stima è “al ribasso rispetto all’intero panorama regionale”. Queste imprese si trovano “ancora oggi senza risposte e senza riscontri veri”, nonostante gli importi fossero stati a suo tempo previsti e annunciati.
Per Cavicchioli, il problema non è tanto l’ammontare degli aiuti non corrisposti, quanto piuttosto “il segnale di un evidente scollamento tra il sistema produttivo e quello amministrativo, tra chi lavora ogni giorno nei campi e un apparato che dovrebbe tutelarlo”. Il direttore di Confagricoltura Toscana critica duramente un approccio superficiale: “Il ‘compitino’, svolto con sufficienza, non serve: alimenta solo disagio, scontento, sfiducia.”
La responsabilità, secondo Cavicchioli, ricade sulla “gestione nazionale degli enti preposti all’erogazione dei sostegni destinati al comparto”.
Trasparenza e comunicazione umana: l’appello di Confagricoltura
“Ogni giorno le aziende si rimboccano le maniche ma questo silenzio grida ascolto. Alle imprese, ai contribuenti — giustamente — si chiede il rispetto rigoroso delle scadenze. Noi chiediamo pari attenzione ed equità nei comportamenti”, sottolinea Cavicchioli.
L’appello finale di Cavicchioli è per una maggiore trasparenza e buona comunicazione, che vada oltre i limiti della sola burocrazia digitale. “Cosa chiediamo? Informazioni. Notizie, anche piccole, che possano restituire fiducia e permettere alle aziende almeno un minimo di programmazione. Si parla tanto di intelligenza artificiale. Forse basterebbe molto meno: un po’ più di attenzione e comunicazione umana”, conclude il direttore.
La Confagricoltura Toscana alza dunque la voce per chiedere risposte concrete e un supporto reale a un settore vitale per l’economia e l’identità della regione, auspicando che la burocrazia non diventi un ostacolo insormontabile per la ripresa delle imprese agricole.