Al porto di Livorno, un’audace sperimentazione sta cambiando il volto delle operazioni portuali. Il progetto 5G Mass, ideato dal Centro nazionale interuniversitario delle telecomunicazioni (Cnit) e supportato dalla Guardia Costiera, si propone di rivoluzionare il modo in cui le navi approdano e attraccano. Il suo obiettivo finale? Accogliere navi da carico completamente autonome, prive di comandanti ed equipaggio.
La discussione su questa innovativa sperimentazione è emersa durante il convegno “La digitalizzazione del settore marittimo: effetti sulla logistica del mare”, tenutosi il 21 marzo presso il comando generale del corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera a Roma. Il viceministro dei Trasporti, Edoardo Rixi, insieme a rappresentanti del mondo della ricerca e dell’industria, ha esaminato lo stato attuale della connettività digitale nel trasporto marittimo, concentrandosi sulla promettente frontiera delle navi autonome.
L’interesse per le navi autonome è in costante crescita. Secondo le previsioni di MarketsandMarket, il mercato del Mass – Maritime Autonomous Surface Ship – raggiungerà gli 8,2 miliardi di dollari entro il 2030, con una crescita annuale del 10%. Questo aumento è motivato sia dalla necessità di affrontare le sfide dei cambiamenti climatici, sia dall’obiettivo di ridurre gli incidenti marittimi causati dagli errori umani.
Livorno sta aprendo la strada alla digitalizzazione delle operazioni portuali. La Guardia Costiera, in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea, ha avviato un memorandum per promuovere l’uso delle applicazioni spaziali nell’ambiente marino e nei trasporti. Da qui è nato il sostegno allo sviluppo del progetto 5G Mass, che ha già processato 100 gigabyte di dati durante le fasi di test. L’obiettivo è estendere i sistemi di automazione già utilizzati nella movimentazione delle merci ai servizi di pilotaggio, ormeggio e manovra portuale.
Con l’approvazione del Codice Mass da parte dell’Imo, si aprono nuove prospettive per la navigazione autonoma. L’Italia, tramite la Guardia Costiera, partecipa attivamente ai tavoli di discussione. Entro il 2028, il Codice diventerà obbligatorio, e i Paesi dovranno adeguare le proprie infrastrutture portuali. Livorno sta lavorando per standardizzare i requisiti e creare un sistema portuale nazionale “Mass Ready”, preservando la competitività e abbracciando la trasformazione digitale.
Secondo l’ammiraglio ispettore capo Luigi Giardino, capo del reparto Vi, Sicurezza della navigazione e marittima del Comando generale, l’industria dovrà giocare un ruolo attivo in questo cambiamento. Le navi autonome potrebbero ridurre i tempi morti e le emissioni, ma la transizione richiederà una nuova cultura organizzativa e un adattamento da parte dei lavoratori del settore. Il futuro del lavoro potrebbe vedere la nascita di nuove opportunità, richiedendo competenze e formazione adatte alla nuova era della navigazione.