Sabato 2 marzo si è svolta la cena di beneficenza annuale organizzata dalla Fondazione Labor Pro. Un progetto che nasce dalla volontà di due imprenditori di Empoli con l’obiettivo di investire per chi più ne ha bisogno, operando sul territorio regionale e su quello internazionale.
In questa occasione abbiamo intervistato Francesco Calamai, portavoce della fondazione.
FN: Francesco, prima di andare nel dettaglio della fondazione ti chiediamo un feedback della serata…
FC: La serata è andata bene. Sono venute tantissime persone gioiose di dare una mano in questo progetto, quindi il riscontro è molto positivo.
FN: Come nasce la fondazione e quali sono i suoi progetti?
FC: Il progetto è nato da parte di due titolari che hanno deciso di impegnarsi socialmente nell’utile ed hanno chiesto a noi dipendenti un coinvolgimento nella creazione dei progetti. Abbiamo creato questo gruppo che cerca sempre di dare vita a nuove iniziative e cerchiamo sempre nuovi stimoli. Quest’anno insieme all’ecografo destinato al reparto pediatrico dell’ospedale San Giuseppe di Empoli sta andando avanti anche l’iniziativa “Futuro Africa”, nella quale stiamo ampliando una scuola, quindi una cosa molto bella.
FN: L’ecografo è il progetto principale di quest’anno. Com’è partita questa iniziativa?
FC: Il progetto è nato dal bisogno stesso dell’ospedale di Empoli di avere uno strumento professionale che li aiutasse a svolgere diagnosi che fino ad ora non è stato possibile fare. Abbiamo parlato personalmente con il primario della pediatria di Empoli, il Professor Bernardini, che ci ha spiegato che determinati macchinari non permettevano di andare a fondo nelle diagnosi e che i bambini erano costretti ad essere mandati in altre strutture, anche a molti chilometri di distanza. Abbiamo voluto stare dalla loro parte anche quest’anno e abbiamo scelto di appoggiare questo progetto.
FN: Per quanto riguarda le iniziative future…
FC: Le iniziative come “Futuro Africa” sicuramente continueranno e con gli anni cercheremo il più possibile di inserire nuovi progetti. Diciamo che non ci fermeremo.